La Certosa di San Giacomo a Capri: luogo di divina bellezza
Sommario
C’è un edificio che forse più di ogni altro rappresenta la storia dell’isola. Una storia fatta di bellezza, eventi, sconfitte, vittorie, cadute e rinascite. Sto parlando della Certosa di San Giacomo a Capri. Un monastero, un gioiello architettonico incastonato in una piccola valle tra il Castiglione e il Monte Tuoro. Questo posto si cela allo sguardo tra campi coltivati, e gode di una vista speciale: la baia di Marina Piccola.
Appena superato l’ingresso chiudi gli occhi e lasciati trasportare dall’atmosfera. Ascolta il silenzio, passeggia tra le colonne, la luce del sole riflessa sui pilastri diventerà quasi bianca e riscalderà la tua pelle.
Quel chiarore diffuso tutt’intorno ti porterà indietro nel tempo. E per un attimo ti sembrerà di vedere i monaci della Certosa camminare al tuo fianco, o intenti a raccogliere l’acqua dal vicino pozzo. Tuffati nella storia di questo monumento che ha segnato l’inizio del Medioevo a Capri. Sei pronto?
La storia della Certosa di San Giacomo
La Certosa di San Giacomo a Capri è la costruzione più antica dell’isola, la sua fondazione fu frutto di un voto e di un bambino che doveva ancora nascere. Mi spiego meglio.
Il conte Giacomo Arcucci, segretario e tesoriere della regina Giovanna D’Angiò, fece una preghiera a Dio: desiderava con tutto il cuore un figlio maschio. Se avesse ricevuto questa grazia avrebbe fondato un convento.
Evidentemente Dio ascoltò le sue parole perché nel 1365 iniziarono i lavori che si conclusero, a più riprese, tra il 1371 e il 1374. I terreni furono donati dalla stessa sovrana che finanziò anche parte dell’opera.
La Certosa di San Giacomo, con i suoi monaci, divenne il fulcro della vita religiosa isolana. Tuttavia, i certosini non godevano di buona fama tra la popolazione. Soprattutto durante lo scoppio della peste nel Seicento. L’isola, da fiore rigoglioso quale era, in quel periodo appassì. Divenne l’Ade sulla terra.
La peste a Capri
Tutte le attività si interruppero, i malati vagavano per le strade simili a pallide ombre in attesa della morte, uomini e donne ancora sani si rifugiavano nelle chiese per pregare. Questo quadro da inferno dantesco era Capri.
L’unica oasi immacolata era, appunto, la Certosa di San Giacomo a Capri. I religiosi si trincerarono nelle loro celle e non uscirono per paura del contagio, né diedero conforto ai capresi. Anzi, mentre il mondo esterno avvizziva loro – a causa di un vecchio privilegio – si arricchivano sulle disgrazie altrui: potevano impadronirsi dei beni delle famiglie capresi estinte e senza eredi.
La popolazione si vendicò: gettò nel chiostro della Certosa i corpi degli gli appestati. D’altro canto, i monaci avevano il controllo economico dell’isola. Riscuotevano tasse sui prodotti della terra e del mare e vivevano nell’opulenza, avendo al loro servizio più di un servitore. E i capresi? Erano poverissimi.
Invasioni e saccheggi
La morte nera non fu l’unica disgrazia che si abbatté sull’edificio. Nel 1534 fu saccheggiato dai pirati di Barbarossa mentre nel 1553 fu incendiata dai Turchi guidati dal terribile Dragut, braccio destro di Barbarossa. Le fiamme danneggiarono la biblioteca, riducendo in polvere preziosi testi che forse racconterebbero una storia caprese sconosciuta.
Questi eventi funesti non impedirono ai monaci di ristrutturare la loro “casa”. Fu infatti, ampliata, con un chiostro. Ma è risaputo, ogni cosa ha un inizio e una fine. Agli albori dell’Ottocento la torre di guardia del convento crollò e annunciò il termine del regno d’oro della Certosa. L’isola fu invasa dalle truppe britanniche e francesi.
L’inglese Hudson Lowe trasformò la Certosa in base operativa e poi nel 1808 Gioacchino Murat soppresse le attività religiose, disperse i monaci e mise in vendita i terreni di loro proprietà. Da quel momento il monastero fu trasformato in una base militare, prigione, ospizio e, dopo il 1960 ospedale per i veterani di guerra.
La rinascita della Certosa
La Certosa di San Giacomo a Capri è tornata a risplendere nel Novecento e negli anni Duemila. Di proprietà del demanio civile è stata restaurata, diventando polo di cultura. Ha ospitato per anni il liceo classico isolano ed è sede della biblioteca comunale Bladier, oltre che teatro privilegiato di mostre e concerti.
Curiosità: secondo la leggenda, il crollo della torre di guardia nel 1808 provocò una frana che ostruì l’entrata della Grotta Oscura, rendendola per sempre inaccessibile. Si racconta che l’antro raggiungesse i 100 metri di diametro e fosse addirittura più affascinante della Grotta Azzurra.
Dentro il monastero
Ora che ne dici di andare a vistare la Certosa di San Giacomo a Capri?
Il convento si sviluppa su maglie quadrate che comprendono il chiostro piccolo – sul quale domina la torre dell’orologio – e quello grande. Intorno a quest’ultimo ci sono le celle dei monaci, magazzini e orti e il quartiere del Priore che affaccia sui Faraglioni. Lo storico e viaggiatore Jean-Jacques Bouchard così immagina la vita dell’abate:
“Il priore della Certosa aveva tagliato con le sue braccia una strada per scendere alla Marina e scavato nella roccia stanze e gallerie…”.
L’edifico è diviso in tre aree: la prima dedicata alla farmacia e alla chiesa per le donne, la seconda riservata ai frati conversi e agli ospiti, la terza veniva usata per la vita di clausura.
Poi c’è la chiesa di San Giacomo posta all’ingresso del ex monastero: ha una sola navata coperta da volte a crociera e al suo interno conserva affreschi di fine Seicento. Sull’arco costruito sopra il portone sono rappresentati San Brunone e San Giacomo poi ci sono le figure del conte Giacomo Arcucci e della regina Giovanna d’Angiò.
Il museo della Certosa
Il fiore all’occhiello della Certosa di San Giacomo? La mostra permanente dei quadri di Karl Wilhelm Diefenbach allestita nelle stanze del refettorio. Questo pittore simbolista si stabilì a Capri nel Ottocento e vi restò per tutta la vita. Scoprirai un’isola onirica.
I quadri riflettono l’interiorità e la personalità del suo creatore. Era noto ai capresi per le sue stranezze: dormiva, di tanto in tanto, con tutta la famiglia in una grotta.
Per approfondire: la Chiesa di San Michele ad Anacapri, paradiso sulla terra.
Come arrivare alla Certosa?
Dalla Piazzetta imbocca via Vittorio Emanuele e prendi la stradina che affianca il Quisisana. La vedrai in lontananza di fronte a te avvolta dai campi e dal mare. Procedi a sinistra e giungerai a destinazione. C’è una strada alternativa: una volta al Quisisana prendi via Camerelle, la strada dello shopping, e scendi poi a destra in via Ignazio Cerio.
Ti piace la Certosa di San Giacomo a Capri?
La Certosa di San Giacomo a Capri è un luogo dal fascino misterioso e romantico che si intreccia con le vicissitudini del popolo caprese. Ora tocca a te. Hai già visitato la Certosa di San Giacomo? Pensi di fare tappa in questo luogo durante la tua vacanza caprese? Lascia la tua risposta nei commenti.