Scopri le leggende di Capri e tuffati in un sogno
Sommario
Accarezzi i contorni dell’isola di Capri su una vecchia cartolina, la usi come segnalibro per il tuo romanzo preferito per non dimenticare, per tenere sempre vicina quell’isola abbracciata dal Mediterraneo. E così, immagini la tua vacanza a Capri. Con le dita tratteggi la zona di Monte Solaro e Cetrella poi scendi in basso, verso il centro di Capri. Con gli occhi della mente vai a Punta Cannone per vedere i Faraglioni.
Come se ti trovassi lì, avvicini la cartolina all’orecchio. Ti sembra di sentire lo sciabordio delle onde e l’eco di antiche leggende salire fino a te dai flutti. Sì, Capri è ricca bellezze naturali, storia e buona cucina. Ma è anche un luogo affascinante e misterioso. Questa caratteristica nel corso dei secoli ha alimentato storie popolari che si sono mescolate e sono arrivate fino ai giorni nostri.
Se ti capita di incontrare un pescatore mentre passeggi sul porto di Marina Grande lasciati incantare da qualche racconto che ha come protagonista l’isola dei tuoi sogni. Non riesci ad aspettare? Vuoi andare oltre quella fotografia sbiadita dal tempo che stringi tra le mani. Ecco 3 leggende di Capri che dovresti conoscere per sognare a occhi aperti.
La leggenda di Capri e Vesuvio
Tra le leggende di Capri, questa è la più romantica. Richiama a tratti la storia di Romeo e Giulietta ma è frutto della penna di Matilde Serao, giornalista e scrittrice. Come puoi immaginare al centro della narrazione c’è un grande amore che lotta per rimanere vivo. Si tratta di due giovani separati dalle rivalità delle loro famiglie.
Vesuvio, un nobile cavaliere napoletano, si innamorò di Capri, una fanciulla di immensa bellezza e grande moralità. La famiglia di lei però disapprovava l’unione e decise di allontanare la fanciulla dall’uomo che amava, facendola imbarcare su battello diretto in terra straniera.
Capri, intanto, non riusciva a sopravvivere senza il suo amato. Il dolore per quel sentimento reciso prima di sbocciare le squarciava il corpo e l’anima, troppo difficile da sopportare. Così, pose fine alla sua vita di gettandosi in mare.
Scomparve tra le onde e al suo posto, dalle acque del Golfo di Napoli, emerse un’isola verdeggiante la cui fisionomia ricordava proprio la silhouette di una donna. La tragica notizia giunse a Vesuvio che iniziò a piangere lacrime di fuoco.
La passione e la disperazione si impadronirono di lui a tal punto che il giovane si trasformò in un monte. Ma non uno qualunque, un monte al cui interno ribolliva costantemente lava, simbolo di quell’amore mai sopito.
Oggi Vesuvio guarda Capri da lontano, a dividere i due innamorati non ci sono più le famiglie ma il mare. Di tanto in tanto, il nobile napoletano – vestito ormai di terra e fuoco – non manca di mostrare la passione che ancora scorre nella sue vene, dando sfogo al suo amore con cascate di lava.
Per approfondire:cosa visitare a Capri in un giorno
La leggenda della campanella di San Michele
Conosci anche tu la campanella di Capri, vero? Ti stupirà sapere che questo gioiello ha origine da una delle più antiche leggende di Capri. Il protagonista questa volta è un povero pastorello, orfano di padre, che aveva una sola pecorella da condurre al pascolo.
Una sera, con l’avvento della notte, l’animale sparì dalla sua vista in un attimo di distrazione. Il giovane pastore si disperava quando, all’improvviso, gli sembrò di sentire il tintinnio della campanella che apparteneva alla sua pecora. Senza pensarci troppo si incamminò verso la fonte di quel suono, cominciò a correre e quasi cadde in un burrone.
Proprio da quest’ultimo si levò una grande luce accecante: San Michele gli apparve su un cavallo bianco e con una campanella al collo. Se la sfilò e la donò al fanciullo, dicendogli che quell’oggetto lo avrebbe salvato da ogni pericolo e esaudito ogni suo desiderio.
Così, il pastorello ritrovò la sua pecorella e regalò a sua madre la campanina. Da quel momento il monile diventò simbolo di buon augurio e adesso viene regalato a persone speciali.
Attualmente sul luogo dell’apparizione sorge Villa San Michele costruita per volontà del medico svedese Axel Munthe. Ma non è tutto. La campanella di Capri è famosa anche negli Stati Uniti. L’isola la donò al Presidente Roosvelt alla fine della Seconda Guerra Mondiale per celebrare la vittoria.
La leggenda dei Faraglioni di Capri
Virgilio nell’Eneide lega questi blocchi di pietra al mito delle sirene. Si tratta di creature che con il loro canto ammaliavano i marinai e li spingevano a schiantarsi contro gli scogli. Ma ci sono anche altre interpretazioni. Queste rocce in passato rappresentavano l’unico faro di luce per gli uomini di mare. In che modo? Sulla loro cima venivano accesi dei fuochi che rischiaravano la rotta.
D’altro canto, il nome “Faraglione” deriva dalla parola greca “pharos” che in italiano vuol dire faro. C’è ancora qualcosa da raccontare su questi guardiani dai contorni spigolosi? Ma certo. Si dice che siano capaci di rendere fertili le donne che trascorrono del tempo sull’isola.
C’è, però, una leggenda di Capri che leggenda non è: la lucertola azzurra che vive davvero sul Faraglione di Fuori. Sorpreso? E ti dico di più. Uomini impavidi si sono arrampicati sul monolite sfidando la sorte pur di vedere questo rettile quasi mitologico.
Conosci altre leggende di Capri?
Queste sono solo alcune delle leggende di Capri, storie che accrescono la curiosità e l’incanto intorno a questa perla del Mediterraneo. E poi, diciamoci la verità, questi racconti ti permettono di fantasticare, immaginare altre epoche dominate da personaggi bizzarri. Sì, trasformano ancora di più l’isola in un piccolo paese dalle mille meraviglie. Ora lascio a te la parola. Conosci altri miti e leggende di Capri? Lascia la tua risposta nei commenti.