Cuma e la sibilla cumana: mito o leggenda?
Sommario
Cuma e la sibilla cumana: una storia fatta di mistero, intrighi e sussurri. Entra nell’antro con noi e scopri la storia di questo luogo e del mito della sibilla.
L’antro della sibilla cumana è un luogo dove il mistero è palpabile, anche se sono passati più di duemila anni. Tra i tanti misteri fatti di sussurri, intrighi, mezze verità che gli scienziati di mezzo mondo tentano di risolvere da centinaia di anni senza alcun successo. Scopriamo qualcosa in più sul mistero della sibilla cumana e sul luogo che la ospita, Cuma.
Scavi archeologici di Cuma
La storia di Cuma (Napoli) è legata a doppio filo – di quelli proprio che i nodi non si sciolgono mai – alla leggenda della Sibilla Cumana.
Cuma era una città della Magna Grecia fondata nei primi del 700 a.C. dove la Sibilla aveva stabilito il suo dominio. Famosa per le sue profezie scritte su foglie di palma ed affidate alla brezza del mare che spira su questo luogo, la sibilla ha dato tremori a generali in battaglia ed ansia ai piccoli contadini del luogo. Una figura che ha generato un indotto turistico fin dalla pacifica invasione greca, fatta di cultura e di tradizioni, fino ai giorni nostri dove la magia ed il mistero della Sibilla Cumana attira ancora i più coraggiosi.
Le migrazioni che dalla Grecia portavano gli elleni nelle terre del Sud Italia, furono precedute da una visita dell’ecista, condottiero scelto da un gruppo di cittadini per essere guidati alla conquista delle nuove terre. Quello di Cuma – narra la leggenda – consultò l’oracolo di Delfi in persona per trovare il sito da utilizzare per fondare la nuova colonia greca.
Cuma si trova tra Bacoli e Pozzuoli, vicino al lago d’Averno, la bocca dell’inferno secondo Dante. La città era protetta da un promontorio che calava a mare e dalle paludi che oggi sono il lago Fusaro e i suoi acquitrini. Di fronte a Pitecusa (Ischia) e di fianco a Dikaiarchea (Pozzuoli), Cuma era una cittadina florida governata da una piccola democrazia ed aveva in dotazione un altrettanto ridotto esercito, ma ben addestrato stando alle cronache locali.
La cultura cumana si diffuse rapidamente in tutto il circondario. In particolare, diedero un grande impulso al commercio e alla produzione classica diffondendo in Italia l’alfabeto greco. La storia di Cuma, poi, racconta anche di un dominio militare, successivamente a quello culturale. Cuma, infatti, dominava la costa campana fino a Punta Campanella.
Successivamente, Cuma affiancò Roma nella lotta contro Annibale passando allo status di Municipium adottando la cultura (e la lingua) latina. Fu allora che la sua fortuna aumentò: i patrizi romani cominciarono a rivalutare il sito come luogo di villeggiatura.
A Cuma risiedeva la Sibilla, detta Sibilla Cumana per un’ovvia ragione. L’alta sacerdotessa del Tempio di Apollo e di Achates (divinità della Luna) e le sue sacerdotesse erano vergini dedite al tempo e al loro dio. Venivano consultate nel famoso e mitologico antro della Sibilla cumana: una grotta sotto la collina dove sorgeva il tempio di Apollo, visibile dal mare anche a grandi distanze.
L’oracolo della sibilla cumana era famosa in tutto il Sud Italia ed anche oltre: erano in molti ad attraversare il mare o le montagne, spendendo anche molti giorni di viaggio, solo per camminare lungo i 144 metri della grotta ed aspettare la risposta dell’alta sacerdotessa ai propri problemi o quesiti.
L’antro della Sibilla a Cuma è una grotta con soffitto trapezoidale con diverse aperture simmetriche lungo tutto il percorso che, dall’ingresso, portava direttamente alle stanze dell’oracolo. Diverse stanze sotterranee adibite al ruolo di tempio e di residenza della Sibilla si aprivano lungo il percorso dell’antro. Qui gli aliti di vento spirano ancora oggi, alimentando il mito della Sibilla che ancora oggi aleggia tra le rovine degli scavi archeologici di Cuma.
Nel pavimento della grotta si prono delle fessure dove, durante le trance della Sibilla, veniva emesso del gas vulcanico con anidride solforosa: ecco lo stato di furore dell’alta sacerdotessa e le sue predizioni. Queste poi venivano riportate sulle foglie di palma esposte alle forti correnti che circolavano nella grotta, le predizioni sibilline, che venivano lette ed interpretate poi come mescolate dal vento.
Antro della Sibilla: orari ed informazioni
L’antro della Sibilla cumana viene scoperto nel 1932 da uno studioso italiano di archeologia, tale Amedeo Maiuri. Nascosto da una frana, il sito viene alla luce in tutta la sua bellezza dopo l’inizio degli scavi dedicati al recupero dell’antica città di Cuma.
Oggi è possibile visitare l’antro della Sibilla tutti i giorni, dalle 9 del mattino fino ad un’ora prima del tramonto: sei avvisato, i guardiani del sito sono tassativi. Il parco archeologico è davvero grande e controllarlo tutto richiede molto tempo! I giorni di chiusura dell’Antro della Sibilla sono esclusivamente il 1 gennaio, 1 maggio ed il 25 dicembre.
Il biglietto per l’accesso al parco archeologico di Cuma è di (appena) 4 euro e ridotto per giovani e studenti dai 18 ai 25 anni, gratuito per gli under 18.
Se vuoi maggiori informazioni sull’antro della sibilla cumana puoi chiamare tutti i giorni allo 081 8040430 oppure lo 081/8543060. Puoi inoltre inviare un’email a ssba-na@beniculturali.it o consultare il sito dei beni culturali all’apposita sezione ad essa dedicata.
Se sei già stato a Cuma e dintorni, invia le tue foto con l’hashtag #ioviaggio!