Matera, 5 cose da visitare in un weekend
Sommario
Matera è la capitale europea della cultura del 2019, se non vi è mai capitato di visitarla è arrivato davvero il momento di rimediare e concedersi qualche giorno nella famosa città dei sassi. Meta ideale per un weekend o per pochi giorni. Infatti, che abbiate 1, 2 o 3 giorni per staccare dalla routine quotidiana questa città può essere una valida destinazione per un breve periodo di vacanza, con le sue tante attrattive culturali e cose da vedere risponde a tutte le esigenze.
La città di Matera ha iniziato il 2019 festeggiando. Il 19 gennaio è cominciato ufficialmente l’anno d’oro per Matera che la vede incoronata città della cultura, e nei prossimi mesi sono attesi oltre un milione di visitatori. Vediamo insieme le 5 cose da visitare assolutamente durante un weekend nella famosa città dei sassi.
Casa Noha
Fa parte dei monumenti Fai, si presenta come “cancello d’ingresso” alla città, è stato il primo bene Fai in Basilicata. La struttura è un esempio di architettura priva di Sassi, infatti, la struttura in tufo presenta soffitti a volta e cornici eleganti. Una scala esterna conduce dall’ariosa corte e ai cinque ambienti interni. Gli eredi della famiglia Noha proprietari del bene nel 2004 hanno donato la casa al FAI. La Fondazione ha realizzato un accurato restauro conservativo, poi ha progettato e realizzato un interessante viaggio multimediale il quale, grazie alle ultime tecnologie, racconta il territorio da diverse prospettive, mostrando ai visitatori quello che era un tempo e raccontando la storia dell’intera città.
I Sassi di Matera
I Sassi sono probabilmente la prima cosa che viene in mente quando si pensa a Matera, nel 1993 sono stati dichiarati dall’Unesco “Patrimonio Mondiale dell’Umanità”. Sono i sassi che rende no famosa questa città, una delle attrazioni da vedere anche se si trascorrono solo poche ore a Matera. I Sassi rappresentano un paesaggio unico nel loro genere, sono un esempio d’ architettura che si è saputa integrare perfettamente con la natura che la circonda. Eppure sono stati negli anni passati incriminati, indicati come una vergogna per l’Italia. Erano gli anni ‘50 e ‘60 del novecento e i Sassi furono considerati “vergogna nazionale” a causa delle pessime condizioni igieniche e del sovraffollamento che vi era in quelle abitazioni, grotte che vennero ben presto abbandonate e lasciate nella rovina più completa. Dopo trent’anni è iniziato un restauro non solo estetico di questi edifici ma una vera e proprio riabilitazione sociale: è stata riconosciuta la loro importanza storica, la loro unicità e bellezza. I Sassi si dividono in due quartieri: il Sasso Barisano, il rione più grande, le cui case originarie oggi ospitano per lo più negozi, ristoranti e alberghi, e il Sasso Caveoso, considerato il quartiere più antico che maggiormente conserva l’aspetto della città rupestre.
La Casa-Grotta di Matera
Antica abitazione tipicamente arredata, uno dei luoghi più suggestivi della città. La casa, abitata fino al 1957 da una famiglia di 11 persone con aggiunta degli animali. Si compone di un unico ambiente, in parte scavato e in parte costruito, arredato con mobili e attrezzi d’epoca: al centro della casa vi è un piccolo tavolo adornato con un unico grande piatto dal quale mangiavano tutti i componenti della famiglia, il letto con il materasso ripieno di foglie di granturco, il vaso da notte usato per i bisogni corporali, il telaio per la filatura, la zona con la mangiatoia per il mulo, la cisterna dove l’acqua piovana veniva convogliata attraverso un sistema di canali, tutto ricostruito com’è stato per secoli.
La Cattedrale di Matera
Dal punto più alto della città la Cattedrale di Matera offre una splendida veduta sul Sasso Barisano. La costruzione risalente al XIII secolo sorge sui resti dell’antico monastero benedettino di Sant’Eustachio. Dal 1627 la cattedrale fu dedicata alla Madonna della Bruna e a Sant’Eustachio, protettori della città. L’esterno dell’edificio conserva quasi intatta la sua forma originale, presenta un bel portale riccamente decorato chiuso da un arco a tutto sesto, e un imponente rosone a 16 raggi sovrastato dall’arcangelo circondato da due figure maschili ai lati. Sulla facciata laterale del duomo vi sono altri due portali minori: “porta di piazza” con una raffigurazione in bassorilievo di Abramo, e “porta dei leoni” così chiamata per la presenza di due leoni. L’interno è a tre navate ed è stato rimaneggiato in epoca barocca. L’altare maggiore è stato restaurato nel 1627 e in quell’occasione fu posta su di esso una pala raffigurante la Vergine attorniata dai santi.
Le chiese rupestri di Matera
Le circa 150 chiese rupestri sono luoghi mistici scavati nella roccia, tra i simboli più significativi del patrimonio storico e culturale della città, tratti distintivi di tutto il territorio di Matera. Risalenti all’Alto Medioevo, quando i monaci iniziarono ad insediarsi nelle grotte facendone centri di preghiera e religiosità. Per la tutela di questi luoghi è stato istituito il Parco delle Chiese Rupestri del Materano, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Tra le chiese rupestri visitabili troviamo: la Chiesa di San Pietro Barisano con la facciata in stile romanico – barocco di rifacimento seicentesco; la Chiesa di Santa Lucia alle Malve che è stato il primo insediamento monastico femminile, contenente affreschi di notevole fattura tra cui quello della “Madonna del Latte” o “Galattotrofousa”; la Chiesa di Santa Maria de Idris che ha come punto di forza la posizione panoramica; e la cripta di San Giovanni.
Cosa mangiare a Matera
La gastronomia a Matera è legata alla tradizione contadina e pastorale, si basa sulla semplicità di piatti che nascono da ingredienti semplici e genuini provenienti dai terreni dei dintorni. Tra gli elementi base di questa cucina troviamo: legumi, carni, verdure, pasta fatta in casa come le orecchiette condite con salsa di pomodoro, cime di rapa, formaggi come il pecorino e il caciocavallo, olio extravergine d’oliva e, naturalmente pane di Matera IGP. Tra i piatti tipici troviamo: la Pignata, a base di carne di pecora, verdure, erbette, cotte in una pentola di terracotta nel forno a legna; la Ciallèdd termine dialettale che indica proprio il pane raffermo arricchito da altri sapori: patate, cipolle, erbette, uova e rape che hanno preso il posto dei fiori (gli asfadeli) della ricetta originale; la Crapiata è una zuppa di legumi e grano di antica tradizione: farro, ceci, lenticchie, cicerchie, piselli, fave, fagioli, grano e patate questi sono i suoi ingredienti; una ricetta che nasce per festeggiare il raccolto del grano e dei legumi un piatto semplice legato alla condivisione e alla convivialità.