Mostre a Milano: un pomeriggio milanese tra arte, storia e contemporaneità
Se pensate che Milano sia solo la capitale economica del nostro paese, e che sia dominata dal grigio dei palazzi e dalle linee intricate della metro, forse dovete dare un’altra chance a questa bellissima metropoli, per scoprirne le bellezze artistiche e le impressionanti architetture.
Gli amanti della storia e dell’arte non possono mancare di visitare le chiese storiche di Milano, dal celeberrimo Duomo, alla maestosa Basilica di Sant’Ambrogio, alla graziosa Chiesa di Santa Maria delle Grazie. È qui infatti che potrete ammirare il famoso Cenacolo di Leonardo da Vinci, artista, scultore, icona, che tanto ha dato alla capitale lombarda, per esempio rendendo navigabili i suoi splendidi navigli, oggi uno dei luoghi più amati della movida milanese.
Milano artistica
Se in questi giorni vi trovate a Milano e cercate una meta dove trascorrere il pomeriggio, potete cercare un po’ di frescura all’interno delle pinacoteche, delle gallerie e dei musei che si trovano nel centro cittadino. Ci sono moltissime mostre a Milano oggi da non perdere, e infatti se amate l’arte e volete viverla in una maniera nuova e coinvolgente, non potete che recarvi presso l’Hangar Bicocca.
Questo ex stabilimento industriale, che sorge nell’omonimo quartiere, è oggi uno dei centri espositivi più eclettici e prestigiosi d’Italia e d’Europa, un punto di riferimento per gli artisti contemporanei che cercano uno spazio adatto per far prendere vita alle loro opere.
Mullican e That Person
In particolare in questi giorni, nel grande spazio delle navate e del cubo dell’Hangar, è possibile visitare l’eccezionale mostra dell’artista californiano Matt Mullican, che è pronto a stupire i visitatori coinvolgendoli in un’esperienza espositiva monumentale e immersiva.
Sotto la curatela di Roberta Tenconi, oltre 5000 mq dell’Hangar Bicocca sono occupati da questa colossale retrospettiva, la più grande mai vista in Italia, intitolata “The Feeling of the Things”. L’artista, famoso per la sua teoria dei “Cinque Mondi” e per il suo pionieristico utilizzo dell’ipnosi, concepita come strumento performativo al servizio del’arte contemporanea.
È stato proprio grazie all’ipnosi indotta che Mullican, a suo dire, è riuscito ad esplorare il suo inconscio, finendo col trovare in sé un’altra persona, da lui chiamata “That Person”, che gli ha permesso di interrogarsi sui problemi esistenziali della vita e di trovare le risposte nell’arte, elaborando un vocabolario visivo che si manifesta nella maniera più completa attraverso le sue opere.
Linguaggio e simbolismo
Per accogliere e preparare il visitatore a quello che vedrà all’interno dell’installazione, Mullican ha deciso di sistemare all’ingresso della mostra, nella Piazza dell’Hangar, l’opera “Untitled”. Questa offre subito al pubblico una prima panoramica introduttiva sull’immaginario dell’artista, che attraverso quattro stendardi mostra i cinque colori che contraddistinguono i cinque livelli di percezione del reale, fulcro dei cinque mondi da lui individuati.
Una volta decifrato questo linguaggio simbolico, si può accedere allo stadio successivo e entrare nell’installazione vera e propria, una babele di icone e opere, dove l’artista ha archiviato e collezionato oltre seimila oggetti, di forme, materiali e provenienza differenti. Tra sculture, opere su carta, vetro e metallo, nonché manifesti, fotografie, neon e video, la mostra è un trionfo di materia, che stupisce per la quantità di media utilizzati per la loro creazione e per l’ordine segreto in cui risultano disposti.
Cinque mondi per cinque colori
Nella prima area, contraddistinta dal colore rosso che identifica la comprensione soggettiva, è possibile percepire la psiche dell’artista e del That Person che lo abita durante il processo creativo.
Si giunge quindi nell’area in bianco e nero, rappresentativa del mondo del linguaggio e della comunicazione, dove un immenso collage di foto, creazioni su carta, fumetti e notebook manoscritti da Mullican dimostrano l’esigenza dell’artista di esprimersi.
Al centro dell’installazione si giunge nell’area gialla, quella del mondo dell’arte, della scienza e della cultura, dominata dall’opera nota come M.I.T. Project, già presentata da Mullican al Massachusetts Institute of Technology e poi in altre occasioni. Si tratta di una grande scultura meta-architettonica che presenta una varietà di forme e materiali davvero impressionante.
Arrivati nella sezione blu, quella della vita quotidiana, si può vedere una rappresentazione della città ideale dell’artista, fatta di carta, vetro, granito e lightbox, nonché lo studio di lavoro ideale di That Person, che può essere osservato solo dall’esterno, per capire come nasce l’arte frutto del lavoro interiore dell’altro Mullican.
L’immensa installazione termina con l’area verde, quella della natura e della materia, dove l’artista ha messo in mostra due sue opere degli anni ’70, ossia i cartoncini “Light Patterns” e “Color Light Patterns Under Green Light”, contornati da vari oggetti presi in prestito dai più grandi musei scientifici di Milano, ossia ossa, pietre, insetti e animali impagliati provenienti dal Museo di Storia Naturale di Milano.
Terminato il percorso nei cinque mondi, la mostra si chiude nel Cubo dell’Hangar, dove le pareti risultano completamente ricoperte da oltre 70 opere, create dall’artista negli anni ’80, utilizzando la tecnica del frottage.
Se desiderate passare il vostro pomeriggio milanese in un altro mondo, o meglio in cinque mondi diversi, la mostra The Feeling of The Things è quello che fa al caso vostro.